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Investigazioni sull'uso distorto dei permessi 104

2020-12-07 16:28

daniele moretti

investigazioni aziendali,

Investigazioni sull'uso distorto dei permessi 104

Gli aspetti legali, economici e tecnico operativi connessi agli incarichi investigativi per l'uso distorto dei permessi ex Legge 104

Un tema delicato per le imprese è far fronte al danno di produttività cagionato da un uso improprio e sovente sistematico dei permessi spettanti ai dipendenti in ragione delle misure previste dalla Legge 104.
Come noto si tratta di uno strumento normativo volto a tutelare il dipendente che debba prestare assistenza ad un congiunto infermo, portatore di handicap o in situazioni che comunque richiedono una prestazione assistenziale necessaria e tutelata dall'ambito normativo.
Si tratta di una misura che mette in condizioni molte persone di poter coniugare il lavoro con l'assistenza che si deve a congiunti in situazioni di bisogno. Nonostante però le buone intenzioni del Legislatore, una minoranza dei beneficiari di questo strumento normativo attuano un uso scorretto dei permessi spettanti al fine di creare "ponti" artificiosi, eludere impegni lavorativi non graditi, semplicemente per perseguire finalità del tutto aliene allo spirito normativo e connesse alla propria sfera personale.
Questo comportamento, oltre che stigmatizzabile sotto un profilo meramente etico, costituisce un'aperta violazione del patto fiduciario tra dipendente e datore di lavoro ed è in grado di apportare danni sistemici all'organizzazione aziendale.
Il permesso in base alla Legge 104 può essere normalmente richiesto dal lavoratore per tre giorni nell'arco di un mese con un obbligo di preavviso praticamente nullo (come giusto sarebbe seguendo lo spirito normativo) , per un totale di tre giorni nell'arco di un mese. Non sempre poi questi permessi vengono richiesti per la durata di un giorno intero, talora sono frazionati in ore e quindi possono perpetrarsi per più giorni nell'arco della mensilità.
Come comprensibile, l'azienda può trovarsi in difficoltà di fronte a problemi quali l'organizzazione dei turni di lavoro magari frutto di una pianificazione attenta, in cui l'imprevisto può comportare problemi.
Uno-vale-uno non è una regola universale per il mondo del lavoro, laddove, ad esempio, il lavoratore possiede requisiti di specializzazione necessari, anche a fronte di prescrizioni normative ad hoc, in quello specifico turno di lavoro, la sua assenza con scarso preavviso comporterà problematiche stringenti sia per il datore di lavoro che per i colleghi che magari avevano riposo. Inoltre, se l'uso di questi permessi, a prescindere dalle intenzionalità dei dipendenti, in specie nella modalità suddetta ovvero con poco preavviso e frazionamento orario, diviene sistematico per un percentile significativo di addetti, il problema diventa critico per la pianificazione delle turnazioni e per la salvaguardia degli indicatori di produttività.
Viste le premesse, ovvero il nobile scopo che ha presieduto le intenzioni del Legislatore, e dato che comunque l'assenza del lavoratore per problemi di 104 comporta problematiche all'impresa di vario genere, diventa ancora più odioso l'uso scorretto e distorto di tali permessi da parte dei soliti "furbetti" che simulano una situazione di necessità al fine di non recarsi al lavoro per altri motivi connessi alla sfera personale . Si tratta purtroppo di una realtà consolidata e in aumento che impone alle imprese di dover adottare provvedimenti al fine di non subire danni e per salvaguardare il clima di rispetto e fiducia che dovrebbe vigere all'interno di un'impresa. Tra le misure a disposizione del manager HR e dell'imprenditore vi sono senza dubbio le investigazioni aziendali. Il contesto giurisprudenziale ha oramai acclarato che le agenzie investigative possono intervenire su questi casi, apportando quindi documentazione probatoria valida in giudizio per supportare l'eventuale contenzioso con il lavoratore. Ci sono alcuni accorgimenti tecnici ed operativi, oltre che legislativi, che rendono consigliabile l'uso di un'azienda specializzata nella esecuzione di investigazioni aziendali e che abbia di conseguenza una visione completa anche degli scenari giurisprudenziali. Sappiamo, ad esempio, che la maggioranza del tempo il lavoratore in 104 lo deve dedicare all'assistenza del congiunto, ma ciò non impedisce il diritto al lavoratore di poter uscire ad esempio per fare la spesa o per disbrigare delle pratiche burocratiche. Sappiamo anche, sempre attraverso le indicazioni che giungono dalle motivazioni delle varie sentenze, soprattutto con riferimento alla Cassazione, che l'azione investigativa è lecita anche se innescata dal semplice sospetto. La qualità dell'azione svolta dall'investigatore privato e quindi anche il livello qualitativo delle prove prodotte incidono anche sul peso specifico dell'apparato probatorio che è finalizzato a supportare il contenzioso. Maggiore è la quantità e soprattutto il grado di pertinenza delle prove raccolte più cresce proporzionalmente l'efficacia dell'azione giudiziale che può comportare per il dipendente assenteista anche il licenziamento per giusta causa. Non solo un lavoratore che magari beneficia dei permessi per crearsi una piccola vacanza o allungare un ponte festivo, oltre a rischiare il licenziamento da parte dell'impresa, è perseguibile d'ufficio per truffa ai danni dello Stato. Quando si parla di "accorgimenti tecnici" , invece, si fa riferimento all'expertise e al know how che normalmente possiede un'agenzia investigativa specializzata nelle indagini sui dipendenti per uso dei permessi 104. Non è difficile comprendere che, dato lo scarso preavviso dato all'azienda, si possono innescare problemi pratici. Ad esempio la sottoscrizione del mandato investigativo è un elemento imprescindibile che tutela tutte le parti (committente, investigatore e terzo indagato), quindi benché non si conosca quando con esattezza il dipendente richiede i permessi è opportuno programmare per tempo un pacchetto di giorni di indagine da modulare poi sulla base delle date che il dipendente sceglierà, Sembra banale ma così non è, nei fatti e nella prassi quotidiana. In secondo luogo diviene potenzialmente problematico il punto di ingaggio; se l'investigatore viene notiziato di un permesso richiesto magari la sera precedente per l'indomani mattina, pur avendo già un mandato investigativo attivo a monte, può divenire difficoltoso comprendere dove si trovi il lavoratore. E' opportuno sapere che il lavoratore è tenuto a comunicare il domicilio del congiunto, il che comporta un'opzione investigativa in più . Si pensi al dipendente che ormai è partito e non è presente ne presso la propria abitazione ne presso quella del congiunto dove, ad esempio, si trova un figlio o la moglie al suo posto. La raccolta degli elementi di prova relativi a tale circostanza uniti magari alle prove di un suo rincasare a tarda ora con elementi che indicano altra attività (caccia, pesca, tenute sportive...) concorrono a comporre un quadro probatorio egualmente utile ai fini legali. Inoltre il problema della difficoltà di ingaggio viene bypassato laddove vi sia una opportuna preventiva programmazione investigativa che passa anche attraverso posizionamento di apparati GPS e istruttorie informative be fatte ed analitiche. Si vuole dare un piccolo contributo che prescinda dagli aspetti meramente giurisprudenziali ma si articoli nei contesti più squisitamente tecnico-operativi di natura investigativa, al fine di far comprendere come un'agenzia investigativa specializzata in indagini aziendali possa veramente supportare le imprese in modo produttivo e pertinente.


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